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Viso - Medicina - Invecchiamento Cervello
Cervello Invecchiamento
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L'invecchiamento cerebrale un processo di alterazione quantitativa e/o di deficit qualitativo delle cellule nervose del cervello.

Indipendentemente da alcune situazioni patologiche ben definite e dal meccanismo poco chiaro, come per esempio la malattia di Alzheimer, l'invecchiamento cerebrale è un processo che può presentarsi in maniera del tutto diversa in persone della medesima età.

Esistono infatti settantenni che hanno sempre una tremenda difficoltà a mantenersi in rapporto con il mondo che li circonda e ci sono ottantenni perfettamente lucidi che discutono e parlano con tranquillità di ogni cosa che avviene. Non è quindi semplice definire le cause dell'invecchiamento cerebrale.

Di certo si sa che un problema di carattere vascolare, caratterizzato cioè da un diminuito apporto di sangue al cervello, può in qualche modo influire negativamente sulle capacità cognitive e mnemoniche dell'individuo e creare problemi di comunicazione nei rapporti con gli altri.

Infatti la riduzione di sangue significa anche decremento di ossigeno e glucosio (i due "carburanti" principali) alle cellule cerebrali.
Come si sa, quanto più si va avanti con gli anni tanto maggiore è il pericolo che un fenomeno di questo tipo, cioè legato a una malattia degenerativa, possa accadere.

É molto importante cogliere i primi segnali d'allarme dell'individuo per poter approntare al meglio le contromisure: una generale svogliatezza verso le cose che fino al giorno prima erano del tutto normali, la tendenza a chiudersi in se stessi e la perdita di memoria a breve termine sono sintomi del fatto che qualcosa non funziona.

Meglio provvedere rapidamente con una visita medica.
Nelle forme più gravi l'invecchiamento cerebrale deve essere seguito dal medico che è in grado di indicare la via migliore per preservare l'attività intellettiva dell'anziano.

Purtroppo a volte, non esistendo farmaci in grado di modificare radicalmente in maniera positiva la situazione, anche le cure mirate ottengono scarsi risultati.

Rimanere in famiglia e mantenere i propri interessi è la miglior regola per conservare allenato il cervello.
Il tutto, ovviamente, senza esagerare con l'alimentazione e con i vizi (l'alcol non fa bene a dosi elevate).

In generale, comunque, un supporto vitaminico e, quando necessario, un aiuto al cervello sotto forma di sali minerali oppure di attivatori cerebrali disponibili in farmacia può risultare utile per mantenere il benessere.

Quiz, enigmi e torte: così il cervello ringiovanisce.
Il successo della console Wii è stato anticipato da un altro gingillo firmato Nintendo: il Ds. Un videogame portatile che fa della semplicità d'uso la sua caratteristica principale. Ha lo schermo sensibile al tatto e riconosce i comandi vocali. Così facile da maneggiare che piace non solo ai ragazzini, ma perfino agli anziani. Una console, sul mercato dal novembre del 2004, che ha venduto quasi 50 milioni di pezzi.

Esattamente il doppio della rivale, la Playstation portatile (Psp) della Sony, sugli scaffali dallo stesso numero di mesi. Le ragioni del successo non sono dovute certamente al prezzo (159 Euro la Ds contro 169 della Psp), ma al mercato di riferimento: non solo bambini ma anche adulti che vogliono allenare la mente. È stata così la Ds a indicare alla Nintendo la via da seguire per riemergere dal limbo in cui erano scomparsi Mario Bros e soci e sbaragliare la concorrenza. Giochi facili a basso costo che vanno a catturare una clientela differente dagli smanettoni del joystick.

L'esempio più clamoroso è "More Brain Training, quanti anni ha il tuo cervello?", un gioco realizzato dal neuroscienziato giapponese Ryuta Kawashima, specializzato nella rappresentazione del cervello per immagini. Titolo che ha permesso alla Nintendo, in pochi mesi, di vendere 12 milioni di cartucce e quasi altrettante console portatili. «É un caso unico» fanno sapere dalla Nintendo. «Chi ha visto gli spot del gioco (in Italia con Giorgio Panariello o Nicole Kidnuan, ndr) è uscito di casa e si è comprato sia il videogame sia la console. E la maggior parte degli acquirenti ha più di 30 anni».

Il suo segreto? Secondo le teorie di Ryuta Kawashima, il cervello può ringiovanire. "More Brain Training, quanti anni ha il tuo cervello?" punta su semplici quiz, prove di abilità manuali e vocali, di calcolo, ragionamento e Sudoku. Nessuno avrebbe potuto prevedere un successo così globale vista la grafica (praticamente nulla) e l'argomento più da Settimana enigmistica che da videogioco.

La teoria del ringiovanimento del cervello si basa sul fatto che ogni volta che proviamo a risolvere un quesito, o ci concentriamo per trovare una risposta logica, il nostro cervello, nella parte che sta sotto la fronte, riceve una maggiore irrorazione di sangue. Questa area, che si chiama prefrontal cortex, è quella che regola la nostra memoria. Il cervello è un po' come un muscolo. Più è allenato, più è reattivo.

Ma un conto è allenarsi e un altro è ringiovanire... dagli esperimenti condotti su migliaia di volontari tra i 20 e i 70 anni è emerso che allenarsi in determinati esercizi mentali (per esempio memorizzare ideogrammi cinesi) porta a migliorare le proprie prestazioni. È un dato di fatto, questa teoria persino su un campione di anziani ultrasettantenni ammalati di Alzheimer. Metà del campione per sei mesi si è allenata quotidianamente facendo semplici calcoli e test linguistici (una domada tipo era: Che giorno della settimana è oggi?). L'altra metà non ha fatto nessun training. Il risultato? Chi si è allenato è diventato più comunicativo e indipendente. Con miglioramenti sorprendenti come andare alla toilette o indossare il pigiama senza aiuti o persino leggere libri a voce alta.

Il cervello comincia a invecchiare dall'età di trent'anni, poichè i cambiamenti chimici delle connessioni tra nervi e cellule causano un declino graduale delle funzioni cognitive. Per ringiovanire bastano pochi minuti da dedicare all'allenamento, l'importante è farlo quotidianamente.

A chi vuole rimanere in forma, anche senza dover comprare il videogioco, consigliamo in primo luogo di dormire bene. Poi avere un alimentazione bilanciata, ma specialmente bisogna utilizzare il cervello in maniera proattiva.

Perché aumenti l'afflusso di sangue nella parte frontale del cervello è meglio se si comunica de visu con le persone.
L'utilizzo del cellulare o di altri sistemi come l'instant messaging con il computer toglie alla comunicazione tutta la mimica facciale e la gestualità.

Poi è importante usare le mani con obiettivi concreti come realizzare una torta, costruire un modellino, potare la siepe del giardino. Tutte attività che impegnano il cervello in maniera proattiva.

Lo è anche disegnare, dipingere o suonare uno strumento musicale.
Infine giocare con lettere e numeri: quiz, Sudoku, enigmi, calcoli, ragionamenti e logica.

Allenandoci, magari non riusciremo a sviluppare superpoteri, ma riescire a dividere 739 per 13 a mente, quando si hanno 80 anni, sia una prova da Superman.

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